#38
LA
STIRPE DI HULK
PARTE QUARTA
UNIVERSI
COMPLESSI
1.
Solo pochi minuti
fa,[1]
a Salt Lake City, Capitale dello Utah, Hulk, con un
po’ d’aiuto da parte del supergruppo noto come i Rangers, ha sconfitto il
pericoloso serial killer potenziato ai raggi gamma che si faceva chiamare Bomba
A, poi l’Agente Speciale del F.B.S.A. Pratt si è fatto avanti affiancato dalla
collega Sandra Verdugo e si è rivolto a Rick Jones dicendo:
-Abbiamo l’ordine
di prenderla in custodia in quanto pericolo per la
sicurezza nazionale. Le consiglio di venire con noi pacificamente, Mr. Jones.-
Rick
rimane senza parole ma è Hulk a dire la sua:
-Che state
combinando?-
-Lo ha sentito benissimo, Dottore:
sicurezza nazionale.- ribatte Pratt.
-Da un po’ di tempo
a questa parte è la scusa che voi federali usate per giustificare ogni vostra
azione del cavolo e non rispondere alle domande. Rick è amico mio e non lo
lascerò andare senza sapere perché lo arrestate.-
-Dì solo una
parola, mio signore, ed io ed i miei Fratelli di
Guerra faremo a pezzi questi stolti.- interviene l’aliena dalla pelle grigia
chiamata Caiera l’Impetuosa.
-Mi tenti.-
La tensione si potrebbe tagliare con
il coltello. I Rangers si dispongono a semicerchio dinanzi a Hulk e la sua
gente. Puma non è ben certo di qual è la parte da cui vorrebbe stare ma una cosa la sa di sicuro: non lascerà uccidere
nessuno senza prima aver deciso lui se lo merita.
L’Agente Speciale
Sandra Verdugo si fa avanti interponendosi tra i due gruppi e dice:
-Ci pensi bene
prima di mettersi contro le autorità, Dottor Banner. Lei ha da poco ricevuto il
Perdono Presidenziale per il suo ruolo nell’aver sventato un’invasione aliena.[2]
Non mandi tutto all’aria così, tornando ad essere un
fuorilegge.-
-Tanto accadrà
comunque, prima o poi, è il mio karma.- replica Bruce
Banner -Adesso potrebbe essere un momento buono come un altro... a meno che lei
non abbia un’alternativa migliore, Agente Verdugo.-
La ragazza alza la testa fissando
Hulk dritto negli occhi senza mostrare timore.
-Venga con noi.
Potrà controllare che tutto sia fatto secondo le regole e che a Rick… Mr.
Jones… non sia fatto alcun male mentre la sua posizione sarà chiarita.-
-Verremo anche noi
Rangers.- interviene Puma -Anch’io ci tengo a vederci chiaro in questa
faccenda.-
Ancora un attimo di silenzio, poi
Hulk dice:
-D’accordo: niente
violenza per ora. Seguiremo le regole e le seguiremo
così bene che chiameremo addirittura un avvocato.- fa un sorrisetto beffardo
-Ne conosco giusto uno veramente sensazionale.-
A Los Angeles si sta svolgendo una
scena che gli abitanti della città stanno cominciando a trovare familiare: uno
scontro tra superesseri.
I contendenti in questione sono:un uomo e una donna. Lui ha un fisico massiccio e indossa
un costume rosso bianco e blu che sul corpetto azzurro ha le tredici stelle
della bandiera originale della rivoluzione e, sotto, strisce orizzontali
alternate bianche e rosse. Guanti e stivali sono bianchi, maniche e gambe,
invece, rossi; il volto è coperto da un semplice
cappuccio che lascia scoperta solo la parte inferiore del viso, al polso ha uno
scudo triangolare in tutto simile a quello che aveva Capitan America all’inizio
della sua carriera nel 1940. Lei è alta circa due metri, ha lunghi capelli
rossi tenuti fermi da una tiara argentata, il fisico scolpito ed indossa un costume scarlatto, decisamente attillato, che
le lascia scoperti la pancia e la spalla ed il braccio sinistri; nel pugno
destro stringe una catena.
Perché si battano
non ha molta importanza per gli spettatori che sono decisamente divisi in due
gruppi: quelli che si tengono a distanza, timorosi di farsi male, e quelli che
usano i loro telefoni per fotografare o filmare l’evento da mostrare in tempo
reale su qualche social network. Uno di questi si sta avvicinando troppo per il
suo bene.
L’uomo in costume patriottico, che
si fa chiamare Maggiore Libertà, ha appena bloccato il polso della donna di
nome Thundra. Qualcuno sicuramente troverebbe dell’ironia in questo scontro tra
un uomo rimasto ibernato dal 1940 sino a non molto tempo fa ed
una donna che viene da un futuro distopico, entrambi, in un certo senso, fuori
dal loro tempo, ma i due contendenti non sono nella posizione di apprezzarla.
Il Maggiore Libertà riesce a far
saltare di mano a Thundra la catena che vola in aria dritta verso la testa di
una spettatrice che si è fatta troppo vicina.
Il Maggiore non esita un secondo:
lascia la presa sui polsi di Thundra e si getta sulla donna buttandola a terra.
Sente alle sue spalle i passi di
Thundra e si gira pronto a riprendere il combattimento ma lei alza le mani
mostrando i palmi e dice:
-Hai salvato questa
sorella senza pensare che avrei potuto approfittarne per colpirti. Ti ho
giudicato male: non hai intenzioni ostili.-
-È quel che cercavo
di dirti da quando abbiamo cominciato a picchiarci ma
non mi stavi a sentire.- replica lui balzando agilmente in piedi.
-Devi perdonarmi:
non sono ancora avvezza a questo tempo in cui maschi e femmine vivono insieme e non sono nemici.-
-Ragazza… credo che
avremo un bel po’ di cose da raccontarci io e te ora
che abbiamo sepolto l’ascia di guerra. Che ne dici di farlo davanti ad un buon
caffè?-
Thundra lo guarda con aria
perplessa.
Roma, un museo privato dove sta
avvenendo un tentativo di furto del tutto particolare: l’uomo chiamato
Tyrannus, che sostiene di essere nientemeno che Romolo Augustolo, l’ultimo
Imperatore Romano d’Occidente, si è appena impadronito di un vaso di foggia
molto antica.
-Troppo tardi!-
esclama -Il Vaso di Pandora è mio, non potete più fermarmi.-
L’Agente dello S.H.I.E.L.D.
Clay Quartermain esita: se sparasse e rompesse il vaso, chissà cosa potrebbe
accadere.
-Già una volta credevi di averlo trovato ma era una copia e per poco non ti
ha ucciso.[3]
Cosa ti fa pensare che stavolta sia diverso?- gli dice.
-È quello
autentico, lo so. Chi lo possiede è in grado di controllare tutti i mali del
mondo. Con questo potere dominerò finalmente il Pianeta come è
mio diritto!-
Matto come un cavallo ma… e se
avesse ragione? Deve essere fermato a qualunque costo.
2.
La donna che entra nella sede del F.B.S.A. di Salt Lake City non può non attirare
l’attenzione. Dopotutto non capita tutti i giorni di vedere una donna alta più
di due metri dalla pelle verde e dalle forme decisamente
giunoniche che indossa un tailleur scuro con gonna appena sopra il ginocchio,
camicetta bianca coi primi bottoni slacciati e scarpe decolleté tacco 12 fatte
evidentemente su misura. I capelli sono raccolti in uno chignon e gli occhi
verde smeraldo sono seminascosti da occhiali con
montatura di tartaruga. Nella mano sinistra stringe una valigetta di pelle
nera.
-Sono
l’Avvocatessa Jennifer Walters.- si presenta -Sono qui per Rick Jones.-
L’agente all’ingresso rimane
silenzioso e lei lo apostrofa in tono divertito:
-I
miei occhi sono un po’ più in alto.-
L’uomo si imporpora
mentre alza di scatto la testa.
-Posso vedere il
mio cliente, adesso?- insiste lei.
-La… la faccio
parlare con l’Agente Speciale Pratt, è lui che si occupa di questa faccenda.-
borbotta l’uomo facendole strada in un corridoio.
Jennifer gli va dietro a grandi
falcate mentre quasi tutti gli sguardi dei presenti la seguono. Arriva in una stanza dove la attendono un afroamericano sui quarant’anni
dal fisico possente a malapena contenuto dal completo nero che indossa. Ha i
capelli rasati e gli occhi coperti da occhiali da sole a specchio. Al suo
fianco una donna decisamente sexy, lunghi capelli neri,
alta, slanciata, dalle gambe lunghe e affusolate, che indossa una maglietta
aderente che le lascia scoperto l’ombelico, shorts e stivali. Un abbigliamento
che non si assocerebbe all’immagine tradizionale dell’agente
federale quale lei è stando al distintivo appeso alla cintura.
-La
famosa She-Hulk!- esclama l’uomo -Io sono L’Agente Speciale Pratt e lei è
l’Agente Speciale Verdugo. La sua presenza ci lusinga.-
-Sono qui in veste
professionale, quindi mi chiami Avvocatessa Walters.-
taglia corto Jennifer -Non sono venuta fin qui da Los Angeles per perdere tempo
in convenevoli, per cui mi porti da Rick Jones subito.-
-Non
è così semplice: ci sono in ballo questioni di sicurezza nazionale.-
-La
sicurezza nazionale è una giustificazione troppo comoda che voi federali
invocate spesso ma mi risulta che la Costituzione non sia stata abrogata,
quindi o mi fa vedere Rick Jones o rischia di farmi perdere la pazienza e per
usare una frase fatta, non le piacerei quando sono arrabbiata, mi creda.-
Pratt la fissa con espressione
impenetrabile, Alla fine è Sandra Verdugo a dire:
-Va bene, ci segua.-
Esce dalla stanza seguita da
Jennifer e da un riluttante Pratt, Percorre pochi metri svoltando in un altro
corridoio ed arriva davanti ad una stanza sorvegliata
da diversi agenti pesantemente armati e perfino da un paio di Guardiani nelle
loro armature verdi, evidentemente fatti venire dalla Volta.[4]
Di cosa hanno paura? Si chiede
She-Hulk. Di un intervento di Bruce o di qualcos’altro? Che razza di pericolo
può rappresentare Rick Jones per la sicurezza nazionale?
Entra nella stanza, una tipica sala
interrogatori senza finestre ed uno specchio
unidirezionale ad una parete. Nulla che lei non abbia già visto mille volte.
Rick siede al tavolo con aria cupa
che svanisce quando la vede.
-Jen!- esclama -Sei venuta! Vederti è una gioia per i miei occhi.-
-Me lo dicono
spesso.- replica lei sedendosi accanto a lui ed
accavallando le gambe -Diamo un po’ di spettacolo a quei guardoni là fuori.-
dice sorridendo poi torna di colpo seria -Allora, Rick, in che guaio ti sei
cacciato?-
-Non mi hanno detto
niente.- risponde lui -Mi sono fatto un’idea, però;
dev’essere a causa di questo.-
Rick mostra il palmo della mano
destra su cui è inciso un tatuaggio. Jennifer esclama:
-Lo
Starbrand!-
Il Detective Jacob Raven del
Dipartimento di Polizia di Salt Lake City esce
all’aperto. Nello spiazzo davanti alla sede locale del F.B.S.A.
ci sono un po’ di membri del gruppetto giunto con Hulk e dei Rangers. Raven non
ha mai visto tanti superumani tutti insieme in vita
sua nemmeno nel breve periodo che ha passato a New York sulle tracce del killer
chiamato Kaine,[5]
La sua attenzione è attratta
particolarmente dalla statuaria guerriera dalla pelle grigia e dai suoi
compagni: uno grigio e calvo come lei e gli altri tre
dalla pelle scarlatta. Sono alieni, gli è stato detto, i primi che abbia mai
visto in carne e ossa, ma sembrano i protagonisti di un film sui gladiatori.
Che la cultura del loro pianeta sia rimasta al livello dell’Impero Romano?
-Qualcosa ti turba,
terrestre?-
A fargli la domanda è stata una
degli alieni dalla pelle rossa, una ragazza attraente dai capelli neri e
lunghi.
-Nulla di
particolare.- si schermisce Raven -Mi chiedevo solo:
noi terrestri vi sembriamo strani come voi lo sembrate a noi?-
-In
effetti sì ma è normale quando sei in un posto nuovo
ed incontri gente nuova. Io stessa mi sono dovuta adattare a circostanze
insolite per me: ero un membro dell’aristocrazia di Sakaar, il mio pianeta, ma
l’Imperatore non gradiva certi miei atteggiamenti e mi ha privato del mio rango
e sbattuta tra i gladiatori.-
Dunque, non
si sbagliava, pensa Raven: imperatori, aristocratici e gladiatori; questo pianeta Sakaar doveva essere una versione
fantascientifica dell’Impero Romano.
-Anche i tuoi
compagni erano gladiatori?- chiede.
-Non tutti. Caiera
e Hiroim del Popolo Ombra sono divenuti gladiatori per essersi opposti alla
tirannia dell’Imperatore Rosso, proprio come me e Lavin Skee e Miek
l’insettoide, mentre Korg l’uomo di pietra e Senza Nome sono alieni catturati
dalle truppe imperiali. Omaka, invece, era la figlia del tiranno. L’arrivo del distruttore
di mondi chiamato Thanos ha cambiato tutto. A noi
sopravvissuti ha offerto due alternative: o divenire
parte del suo esercito o morire come gli altri. Abbiamo scelto la vita.-
-Voi… voi sei siete
gli unici sopravvissuti del vostro pianeta?-
Raven è sconcertato.
-Purtroppo sì. Oggi
Sakaar è solo un deserto senza più vita. Ma mi accorgo ora di non averti detto come mi chiamo.
Perdona la mia scortesia. Io sono Elloe Kafi.- si presenta
l’aliena -Qual è il tuo nome, terrestre?-
-Jacob Raven.-
-Bene , Jacob Raven, sono felice di conoscerti. Le cicatrici che
hai sulla guancia sinistra sono il segno del tuo rango?-
-Cosa? No.- Raven si tocca istintivamente la ragnatela di cicatrici
con cui l’ha marchiato anni fa Kaine.[6] Il ricordo indelebile di uno dei suoi giorni più bui -Questo me lo ha fatto un nemico.-
-Dunque eri un
guerriero, Jacob Raven?-
-Sono un
detective.-
-E cos’è un
detective?-
-Quando qualcuno fa
qualcosa contro la legge, io lo cerco e quando lo trovo
lo sbatto in galera… o almeno ci provo.-
-Capisco. Avevamo
qualcosa di simile anche su Sakaar ma era più efficiente nel colpire i nemici
dell’Imperatore.-
A quanto pare, certe cose sono
costanti nell’Universo, riflette amaramente Raven.
Rick è decisamente
sorpreso.
-Tu sai cos’è
questa cosa?- esclama
-Anche se non molti
ci credono, quando posso mi tengo aggiornata coi
rapporti degli altri Vendicatori ed ho letto quel che ne ha scritto Quasar. Cosa sia esattamente non si sa. Proviene da un multiverso
parallelo al nostro ed è una fonte di potere praticamente
illimitato. Può essere passato solo volontariamente da un possessore ad un altro ma all’originario possessore rimane comunque una
percentuale del potere e una qualunque percentuale di infinito… beh è sempre
infinito.-
-Questo non è
possibile!- ribatte Rick -Quest’affare è stato dato temporaneamente a Bruce da
Mefisto e dopo un po’ è apparso sulla
mia mano. Ti posso assicurare che non me lo ha passato
Bruce e che lui non ha più quel potere.-
-Allora questo è
uno Starbrand diverso e questo complica le cose.-
-Perché?-
-Perché se la voce
si è sparsa, non sarà solo l’F.B.S.A. a volere un
pezzo di te.-
Il tono della voce di Jennifer non è affatto tranquillizzante.
3.
L’Agente Speciale Pratt si porta in
un posto appartato e tira fuori di tasca un cellulare criptato.
-Sono io.- dice -Ci sono complicazioni. Oltre a Hulk ed ai Rangers è arrivata anche She-Hulk. Prendere in
consegna Jones potrebbe essere più difficile del previsto.-
<<Non
m’importa come farai, Pratt…>> replica una voce dura dall’altra parte
<<Voglio lo Starbrand ad ogni costo. Se necessario amputa la mano di
Jones e portamela. Ti ho fornito i mezzi per fronteggiare anche Hulk se necessario,
quindi non deludermi.>>
-Non lo farò, signore.-
Pratt chiude la comunicazione ma
proprio in quel momento ode una voce sferzante alle sue spalle:
-Con chi stava parlando, Agente Pratt?-
Lo sguardo sul volto di Puma non
promette nulla di buono.
In un luogo segreto la Dottoressa
Monica Rappaccini, Scienziata Suprema dell’A.I.D.,[7]
è immersa in riflessioni poco piacevoli. Alla fine
accende l’interfono e dice:
-Agente Scorpia,
vieni da me immediatamente.-
Pochi minuti dopo entra nel suo
ufficio una ragazza che indossa un attillato costume verde come i suoi capelli,
la parte inferiore del volto è coperta da una sorta di fazzoletto che, una
volta che si è chiusa la porta alle spalle, abbassa rivelando un volto che
mostra un’evidente somiglianza con la donna davanti a lei.
-Volevi vedermi, mammina?- le chiede.
-Ti ho detto mille
volte di non usare quel tono insolente con me, Thasanee.- replica la Dottoressa
Rappaccini -Non riesci proprio a mostrare un po’ di rispetto per tua madre?-
La
risposta della ragazza è una sonora risata.
-Ti dispiace
arrivare al punto?- chiede sempre con lo stesso tono.
Monica sospira ed
alla fine dice:
-Sono appena stata informata che ci sono altri che stanno cercando lo
Starbrand. Non posso permettere che se ne impadroniscano prima di me.-
-Credevo che avessi
promesso a mio … a Hulk che non avresti cercato di impadronirtene.-
-Le
circostanze sono cambiate. Non posso permettere che altri abbiano a
disposizione quel potere. Devi portarmi Jones… vivo. Per farlo devi sottrarlo
alla custodia del F.B.S.A. e sfuggire a chiunque
cercherà di impedirtelo, tra cui tuo padre. Te la senti?-
Scorpia sorride e ribatte:
-Adoro le missioni
impossibili.-
In un volo privato diretto da Los
Angeles a Las Vegas la donna di nome Thundra si rivolge all’uomo chiamato Maggiore Libertà ora in
abiti “civili”.
-Davvero non
capisco cosa possa volere la donna per cui lavori da me.-
Sean Clinton McIntyre sogghigna
mentre replica:
-Suzy Berengetti è
una donna complicata. Magari vuole offrirti un lavoro.-
-Sono stato inviata in questo tempo con uno scopo preciso: trovare
il maschio più forte del pianeta. Mi è stato detto che è quello che chiamate
Hulk, ma finora non sono riuscita ad incontrarlo.-
-Parlate di Hulk?-
chiede la hostess -Il notiziario della WWN ha appena
detto che è a Salt Lake City dove ha aiutato a catturare un serial killer
superumano.-
-È molto lontana
Salt Lake City?- chiede Thundra -Quest’aereo può portarmici?-
McIntyre sospira. Chissà se Suzy
sarà d’accordo per un cambio di rotta?
4.
Solo pochi minuti fa, fuori dalla sala interrogatori della sede F.B.S.A. di Salt Lake City,
stazionava un gruppetto di persone particolari tra cui l’Incredibile Hulk,
Ulisse del Pantheon e Puma, leader del supergruppo chiamato i Rangers.
Dallo specchio unidirezionale
osservavano il colloquio tra Rick Jones e Jennifer Walters. Il microfono era
ovviamente spento.
-Darei non so cosa
per sapere cosa si stanno dicendo.- si lasciò sfuggire
Sandra Verdugo.
-Segreto
cliente-avvocato.- ribatté Hulk -Mia cugina si arrabbierebbe molto se lei
provasse ad accendere quel microfono, senza contare che io le spezzerei
immediatamente quel suo bel braccino.-
-Sta davvero
minacciando un agente federale?- replicò lei senza sembrare minimamente
impressionata.
-Ho fatto di peggio… e probabilmente lo rifarò.-
Mentre Banner e Verdugo discutevano,
Puma aveva notato Pratt allontanarsi. Non gli piaceva quell’uomo e non era solo
istinto: i suoi sensi animali gli dicevano che c’era qualcosa di strano in lui,
qualcosa di sbagliato. Così l’aveva seguito.
Il
che ci riporta ad ora.
-A chi stava telefonando, Agente Pratt?-
-Non sono affari
che ti riguardino, Puma.- ribatte il massiccio
afroamericano.
-Davvero?- replica
Thomas Firehart -Io scommetto il contrario. Scommetto che non stavi parlando
con i tuoi superiori a Washington. Per chi lavori davvero,
Pratt? E quella Verdugo è d’accordo con te?-
-Tu devi essere
impazzito.-
-Sento l’odore
delle tue menzogne e questo mi fa arrabbiare.-
-Che sta succedendo
qui?
Sandra Verdugo è appena arrivata
assieme a Hulk e Ulisse.
-Succede che
l’Agente Pratt è una serpe nel nostro seno, un traditore.- risponde Puma
-Davvero non lo sapeva, Agente Verdugo?-
Prima che Sandra possa rispondere Pratt si toglie gli occhiali e borbotta:
-A quanto pare, non ho scelta.-
I suoi abiti
esplodono letteralmente mentre la sua massa aumenta rapidamente. Alla
fine, davanti agli astanti c’è un gigante i cui muscoli sono al livello di
quelli di Hulk.
-Pratt, no!- grida
Verdugo.
-Avevo ragione su
di lui.- commenta Puma sfoderando gli artigli.
Hulk non dice niente e si scaglia su
Pratt. L’impatto scuote l’intero edificio.
Jacob Raven comincia a trovare
davvero piacevole la conversazione con l’aliena dalla pelle rossa di nome Elloe
Kafi. Molta gente è spaventata dall’idea che esseri di altri pianeti vengano
sulla Terra ma Raven ha ormai capito che ci sono buoni
e cattivi tra loro come tra i terrestri. Ci vorrebbe maggiore comprensione. Una
volta, forse l’avrebbe pensata diversamente ma il tempo e l’esperienza gli
hanno insegnato a non essere troppo rigido nei giudizi,
Le sue riflessioni sono interrotte
quando qualcosa sfonda il muro alle sue spalle e piomba al suolo evitandolo per
un pelo. Quel qualcosa è un essere umano anche se non molto comune: Hulk.
-Quel
grandissimo bastardo!- grida rialzandosi poi fa un salto e raggiunge il punto
da cui è precipitato pochi piani più sopra.
-Il
nostro leader ha bisogno di noi, muoviamoci, Fratelli di Guerra!- incita Caiera
l’Impetuosa precipitandosi dentro l’edificio.
-Finalmente.- commenta Senza Nome, membro della spietata specie nota
come la Covata.
Raven estrae la sua pistola
d’ordinanza e li segue.
Dopo aver scagliato oltre il muro
Hulk, l’essere che era l’Agente Pratt travolge letteralmente gli altri davanti
a lui e raggiunge una stanza chiusa di cui sfonda facilmente la porta.
All’interno, legato saldamente con manette
speciali ad una sedia c’è un gigante blu: il serial
killer chiamato Bomba A.
-Tu!- esclama
sorpreso -Ti riconosco: sei quell’agente federale. Sei
cambiato: sei anche tu un gammairradiato?-
-Qualcosa di
simile.- risponde Pratt -Ora ti libererò e tu farai
qualcosa per me: ucciderai chiunque incontrerai in questo edificio.-
-Mi piace.- replica con un sorriso folle Charlie Colòn.
5.
Un aereo
assolutamente invisibile sia ai radar ed ogni altro
strumento elettronico sorvola Salt Lake City. A bordo la ragazza di nome
Scorpia spera di nascondere bene il suo nervosismo.
La sua vita non è stata facile:
appena nata la sua madre naturale l’ha data in
adozione. Quando aveva appena 15 anni i suoi genitori
adottivi sono stati uccisi da inviati dell’organizzazione terroristica nota
come A.I.M.[8]
e lei è stata rapita e sottoposta a crudeli
esperimenti scientifici che l’hanno dotata di superpoteri. Ora è immune a qualunque tossina e può rilasciare sostanze
venefiche attraverso il braccio sinistro. Riuscì a fuggire e per un po’ visse
per strada. Un giorno, meno di un anno prima, fu rintracciata
dalla sua madre naturale, ora leader del neonato A.I.D., che le propose di
unirsi a lei e le fornì il costume ed il nome in codice. Quel che Monica
Rappaccini non sapeva, però, era che sua figlia era già stata trovata da Nick
Fury che le propose di infiltrarsi nell’A.I.D. come
sua talpa e che la ragazza aveva fatto in
modo di farsi trovare da lei.
Da tempo
Scorpia o Carmilla Black, il nome datole dai suoi genitori adottivi, o Thasanee
Rappaccini, il nome sul suo certificato di nascita originale, vive sul filo del
rasoio come agente doppio e non sa cosa succederà se e quando sua madre
scoprirà la verità. A complicare le cose c’è stata anche la recente scoperta
che il suo padre naturale è nientemeno che Robert Bruce Banner, l’Incredibile
Hulk, uno degli uomini che dovrà affrontare da avversaria.
Ha cercato di avvertire Nick Fury,
uno dei pochi all’interno dello S.H.I.E.L.D. a sapere del suo doppio ruolo, di
questo raid come ha fatto con altri in passato, ma lui ha detto che non poteva aiutarla[9]
e di improvvisare. Benissimo: lei è abituata ad improvvisare.
-Aprite il
portello.- ordina.
-Siamo ancora
troppo in alto.- protesta uno degli uomini nella
tipica uniforme nera.
-Ho detto di aprire
il portello, volete discutere i miei ordini?-
Uno
dei vantaggi dell’essere la figlia del capo è che
difficilmente qualcuno osa contraddirti. Sul pavimento dell’aereo si apre un
portello e senza esitare Scorpia salta nel vuoto.
Hulk atterra all’interno della
stanza da cui Pratt l’aveva gettato fuori poco prima. Si guarda intorno ma di
Pratt nessuna traccia. Dov’è finito quel figlio di…?
All’improvviso sente urla e spari da
un corridoio vicino. Corre in quella direzione e vede alcuni agenti alle prese
con una familiare figura blu.
-Charlie!- esclama
-Quel bastardo ti ha liberato?-
Bomba
A fa un sorriso maligno e replica:
-Banner… mi
divertirò di più ad uccidere te che questi idioti.-
Ignora gli agenti che gli sparano e
si getta su Hulk che balza verso l’alto sfondando il soffitto.
-Non scappare,
vigliacco!- gli urla Charlie Colòn.
Hulk gli piomba sulla schiena.
-Non scappo,
Charlie. Non scappo mai.- replica.
La forza dell’impatto fa loro sfondare il pavimento e precipitare di sotto.
Il rumore di lotta all’esterno è un
segnale sufficiente per Jennifer Walters per alzarsi in piedi e… cominciare a
spogliarsi.
-Ehi, Jen…- dice un
sorpreso Rick Jones -Ma ti pare il momento di uno spogliarello?
-Non pretenderai
mica che rovini scarpe ed abiti costosi in uno
scontro, vero?- replica lei.
In pochi attimi giacca, gonna,
camicetta e scarpe sono in un angolo rivelando il costume di She-Hulk, pochi
istanti che bastano a qualcuno per sfondare la porta blindata.
-Ma guarda se non è
l’Agente Pratt!- esclama Jen vedendo la figura gigantesca sulla porta -Hai
fatto una cura istantanea di steroidi, bello?-
-Jones viene con
me- replica Pratt.
-Per citare
un’altra frase fatta, dovrai passare sul mio cadavere.- ribatte She-Hulk.
-Affare fatto.-
Con velocità impressionante ed inaspettata Pratt afferra la Gigantessa di Giada per il
collo sollevandola senza sforzo e cominciando a stringere.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Praticamente
nulla da dire se non una nota di continuity: l’apparizione di She-Hulk in
questo e nel prossimo episodio spiega perché non sia coi suoi compagni in
Vendicatori Costa Ovest #38/39.
Ora
non mi resta che invitarvi di nuovo qui per il prossimo episodio dove tutti
picchieranno tutti o quasi e ci sarà anche spazio per
parlare di Tyrannus e per insolite riunioni familiari. -_^
Carlo
[1] Vale a dire nell’ultimo episodio.
[2] Vedi episodio #25 ed Avengers Icons #44.
[3] Su Destino MIT #3/4.
[4] Il primo supercarcere per supercriminali sito nelle Montagne Rocciose del Colorado.
[5] Tanto tempo fa, durante la famigerata seconda saga del clone sulle serie dell’Uomo Ragno
[6] Su Spider-Man:
The Lost Years #3 (in Italia su Wiz #10).
[7] Advanced Idea of
Destruction.
[8] Advanced Idea Mechanics.
[9] Il perché lo saprete se e quando leggerete Nick Fury #11.